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Chi ha diritto a leggere la mia posta?

È legittimo l'uso dei cookies?

Che fine fa il log delle mie connessioni?

Queste e mille altre domande sono aspetti di un unico argomento al quale molti utenti della rete sono sensibili: il tema della privacy.

Le opinioni politiche, le preferenze sessuali, i gusti, le analisi cliniche, i luoghi frequentati durante le vacanze... tutte queste informazioni sono estremamente preziose non solo per chi opera in ambito commerciale o scientifico, ma anche per chi persegue fini meno "nobili", ed è appena il caso di ricordare che con la progressiva diffusione della rete questi rischi aumentano esponenzialmente.

Un contributo importante, anche se per via indiretta, giunge dalla legge sulla Tutela delle persone e di altri soggetti nel trattamento dei dati personali approvata finalmente il 18 dicembre scorso dal Parlamento ed entrata in vigore.

Di cosa si tratta esattamente e quali effetti può avere sulle attività (di qualsiasi natura) che si svolgono in rete?

Non è giusto che qualcuno analizzi i dati che mi riguardano senza che io abbia dato il mio consenso. Proprio questo è, infatti, l'obiettivo dichiarato della legge: stabilire l'esistenza di un autonomo diritto sui dati di ciascuno (a prescindere dalla loro forma e dal modo, elettronico, automatizzato o manuale, in cui vengono elaborati) e stabilire che il loro utilizzo a opera di terze parti avvenga solo con il preventivo consenso dell'interessato.